Maia Pennisi
"La migliore motivazione viene sempre dall'interno"
Una vera e propria promessa che il tempo ha saputo mantenere, e che oggi tutti possono ammirare sui campi e sulle superfici di ogni angolo del circuito. Dai tornei Futures e Challenger, anticamera dei riflettori più accecanti e passaggio obbligato nella formazione del carattere, Matteo è stato in grado di issarsi fino al Gotha del tennis mondiale.
La Top Ten: mistica visione di grandezza per tutti coloro che prendono in mano una racchetta facendone ragione di vita, e poi chimerico sogno per il novantanove percento dei tennisti professionisti.
Per lui, invece, è diventata realtà, riannodando i fili con un passato così prestigioso da sembrare remoto, e aprendogli le porte delle ATP Finals nella stagione di grazia 2019, la stessa in cui è stato nominato MIP (Most Improved Player) del circuito.
Forse non stupisce oggi raccontare della sua gloria sportiva, delle sue qualità tecniche e atletiche. Non stupisce neppure raccontare del suo sorriso naturale da divo del cinema, proprio lui che è cresciuto consumando le videocassette e i dvd di Stanley Kubrick, di Sergio Leone, di Quentin Tarantino e che sembrerebbe ormai pronto a recitare nella parte di sé stesso.
Perché se la tua vita assomiglia a un film, finisce che prima o poi decidi di girarne uno per davvero, e questa lunga scalata di Berrettini è assolutamente materiale adatto a qualche metro di pellicola. Matteo, orgoglio di Roma, che è stato capace di far innamorare di sé tutta New York, è il prototipo del giocatore moderno: alto, veloce, forte fisicamente, dotato di un servizio che può fare i buchi nel campo e di una mobilità tale da ritrovarsi sempre sopra la pallina, pronto a esplodere aldilà della rete un pesante dritto o un elegante slice di rovescio.
Impossibile trovare punti deboli nel gioco di chi è arrivato in cima alla catena alimentare, e anzi, a stupire, più di tutto il resto, sono la tenacia e la durezza mentale che rendono questo figlio d’Italia un avversario ostico per tutti: impossibile da piegare ai disegni tattici altrui o da abbattere nella confidenza del gesto.
Semplicemente: un gigante del tennis di oggi.
Alle origini di queste doti, che in Matteo quasi sembrano innate, si percepisce forte l’impronta di un imprinting naturale per lo sport. Lo sport in senso lato, essendo Berrettini nato, apparentemente, proprio per sudare e far fatica.
Prima il judo, poi il nuoto, dove il piccolo Matteo era talmente dotato da poter persino avere il lusso di scegliere se passare in agonistica o dedicarsi completamente al tennis, una strada che avrebbe imboccato infine grazie all’esempio del fratello minore, Jacopo, che gli aveva trasmesso la passione per la racchetta.
Per fortuna sua e di milioni di tifosi. Matteo Berrettini, primo del suo nome, primus inter pares.
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CHI È MATTEO BERRETTINI: Matteo Berrettini è un tennista Italiano nato a Roma il 12 Aprile 1996. Introdotto al Tennis dal fratello minore Jacopo, disputa il suo primo incontro da professionista nel 2013, nel 2017 l’esordio ufficiale nel circuito ATP dove l’anno successivo vinse il suo primo titolo nel torneo ATP 250 di Gstaad.
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